Segnaliamo un articolo del quotidiano “Il mattino” di Napoli, che racconta la vicenda seguita dall’Avv.Mario Aspromonte, socio dell’Associazione Avvocato di strada Onlus

L’articolo

Il piccolo Emmanuel potrà continuare a rimanere in Italia e andare a scuola. È quanto decretato dal Tribunale per i minorenni di Napoli, che il 2 ottobre scorso ha emesso una sentenza che potrebbe rappresentare un precedente importante in materia di immigrazione in Italia. La storia comincia nel 1997, quando Efunkoya, una giovane donna nigeriana, si trasferisce in Italia, nella provincia di Mantova, munita di regolare permesso di soggiorno. Qualche anno dopo, nel 2001, nasce Malomo Emmanuel. La donna è vittima di violenze da parte del marito, e decide così di lasciarlo e cercare fortuna altrove. Si trasferisce quindi a Castelvolturno e si converte al cattolicesimo; il permesso di soggiorno intanto è scaduto e non è mai stato rinnovato. Efunkoya finisce così tra i fermati della retata della polizia dell’American Palace del novembre dello scorso anno: scatta per lei il decreto di espulsione, cui però si opporrà un ricorso che sarà vinto per un riscontrato difetto di forma. Il piccolo Emmanuel intanto frequenta la scuola italiana.

Svolge regolarmente la prima e la seconda elementare, con assiduità e ottimi risultati, i suoi amichetti sono italiani e nel pomeriggio segue il doposcuola presso la «Casa del bambino» dei padri comboniani. Le cose cambiano quest’anno, con l’entrata in vigore delle nuove norme sull’immigrazione. Nonostante sia nato in territorio italiano, abbia sempre frequentato scuole italiane e parli perfettamente la lingua, Emmanuel è un clandestino, e rischia per questo l’espulsione. A prendersi cura del caso è lo studio legale Iannazzo-Aspromonte, che ricorrendo al Tribunale per i Minori di Napoli riesce ad ottenere che il bambino possa restare in Italia. Il Tribunale stabilisce che il piccolo può rimanere in Italia per altri otto anni, un tempo giudicato idoneo al completamento degli studi obbligatori. «L’allontanamento del minore dal contesto sociale e scolastico (con in aggiunta, il trasferimento in un paese a lui del tutto sconosciuto), costituirebbe – con elementare evidenza – una grave compromissione del suo sviluppo psico-fisico» scrivono i giudici di Napoli. Il bambino infatti non parla neppure la lingua del paese di origine dei genitori, dove peraltro vi sono ancora guerre intestine.

Una decisione che, secondo l’avvocato Mario Aspromonte, rappresentante provinciale dell’associazione Avvocato di strada, sarebbe il primo caso in Italia che aprirebbe una contraddizione nella legge Maroni sull’immigrazione. Se dunque Emmanuel potrà restare in Italia – fino al termine degli studi – resta però ancora un nodo da sciogliere, quello della madre del bambino che non avendo ancora il permesso di soggiorno rischia l’espulsione. È possibile che le pratiche per i permessi di soggiorno per madre e figlio seguano percorsi differenti che potrebbero portare all’espulsione della madre nonostante il riconoscimento del diritto di studio per il bambino? Sono queste le domande che si pongono ora gli avvocati che hanno seguito il caso. Si apre così una nuova battaglia legale per far sì che madre e figlio non siano separati.

di GIULIO FINOTTI

Fonte “IL MATTINO”
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