Il nuovo Regolamento di polizia urbana varato dal Comune di Bologna che entrerà in vigore dal prossimo marzo inasprisce le multe per chi chiede l’elemosina, per chi lava i vetri agli angoli delle strade, per chi mangia in strada. Ad essere presi di mira, dunque, sono in primo luogo i poveri, che sono costretti a mangiare per strada perché una casa non ce l’hanno, e che magari fanno i lavavetri solo e unicamente per la mancanza di un lavoro, non certo per diventare milionari.

Il fragile spauracchio di una multa non può spaventare chi ha le tasche vuote e non servirà a tenere i lavavetri lontani dai semafori. Chi lavora a contatto con chi vive in strada, tuttavia, sa bene che l’accumularsi di multe può rappresentare un grave problema. I senza tetto vengono multati comunemente per vagabondaggio, o perché dormono in stazione privi di un titolo di viaggio. Le multe non pagate si accumulano e si moltiplicano. Finché una persona dorme in strada nessun problema, ma nel giorno in cui riesce a trovare un lavoro e una casa e torna ad avere la residenza anagrafica può vedersi recapitare multe per migliaia di euro: un debito che rappresenterebbe un problema per chiunque, figuriamoci per chi viene da una situazione di enorme difficoltà economica.

Presso gli sportelli dell’Associazione Avvocato di strada vediamo ciclicamente casi di persone disperate, che per timore di dover affrontare il debito accumulato possono arrivare a preferire di rimanere in strada o in dormitorio, privi di residenza anagrafica e di tutti i diritti (sanità, voto, pensione) ad essa correlati.

Quando un mese fa in strada è morto un neonato tutta la città si è detta giustamente sconvolta e tutti hanno detto, c’è qualcosa di sbagliato, cerchiamo di migliorare e di trovare soluzioni.

Oggi, con l’aumento delle multe vediamo che ancora una vola la povertà viene considerata una questione di decoro e di ordine pubblico, mentre questi temi andrebbero trattati come problemi sociali. Occorre dare risposte concrete a chi è in difficoltà, cercando di capire come avvicinare queste persone alla rete di servizi e come aiutarli a tornare ad una vita comune. Le multe non rappresentano un’idea progettuale e non sono una soluzione.

Antonio Mumolo

Presidente Associazione Avvocato di strada Onlus

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