Nell’ottobre 2013, all’inizio del terzo anno di università.

Grazie a un’associazione chiamata DarVoce, che indirizza i volontari locali verso attività che più rispondono ai loro interessi e attitudini.

Nel periodo appena precedente a quello in cui ho iniziato a fare volontariato avevo perso gli stimoli verso lo studio e anche quelli legati al tempo libero; mi sentivo un po’ persa, ho pensato che fare un’esperienza di aiuto verso le persone in difficoltà che conciliasse anche la mia materia di studio mi avrebbe dato nuovo slancio, ed è stato così.

Direi di no! Vittorio a parte, nostro volontario, che riesce sempre a far ridere e parlare di sè i nostri utenti!

Ogni volta che vado in sportello è come se entrassi in un mondo (purtroppo) parallelo, di persone che non esistevano nella mia quotidianità, ma che hanno voce e non desidererebbero altro che si parlasse di loro. Mi capita spesso di uscire più triste di quando sono entrata, ma con gli occhi più aperti e ancora più carica di prima per restare su quella sedia ad ascoltarli e ad aiutarli. Mi sorprende il fatto che, nonostante non stia andando in discoteca, sono sempre più contenta di essere là durante lo sportello.

Alcuni permessi di soggiorno che i nostri avvocati sono riusciti ad ottenere per i nostri utenti, forse quella più gratificante fu il permesso ottenuto per una mamma con i suoi 4 bambini che da tempo era in una casa famiglia da clandestina.

Non molto tempo fa, mi ha scosso la storia di una mamma di due bambini, incinta al settimo mese del terzo, che ha lasciato l’Africa e i suoi bimbi per raggiungere il marito, regolare, in Italia, a bordo di un barcone; ha partorito da sola durante il viaggio e ha abbandonato il bambino, che alla nascita non respirava più, nel mare. Aveva bisogno di cure, le hanno dato solo quelle indispensabili all’arrivo, poi non ha più visto un ospedale. E’ venuta da noi con il marito 2 mesi dopo l’accaduto ed era ancora profondamente scossa, tanto da non riuscire nemmeno a pronunciare una parola. Faremo il possibile perché possa starsene un po’ tranquilla, adesso, perché i suoi bimbi possano raggiungerla, ma mai, nessuna associazione, nessun momento di felicità, nessun aiuto potrà cancellare in lei quel tragico momento.

Si, con tutti direi, con gli avvocati, anche! Ho uno splendido rapporto con tutti, quando riusciamo a conciliare tutti gli impegni, cene e aperitivi non mancano!

E’ stata decisiva, penso. Se quando mi sono iscritta all’università avevo qualche dubbio riguardo al mio futuro, quando ho iniziato a fare la volontaria non ne ho più avuti, o per lo meno, il mio progetto è chiaro: vorrei fare l’avvocato.

Mi piacerebbe che ci fosse più collaborazione tra i volontari e gli avvocati, penso che gli avvocati potrebbero delegare più attività a noi volontari, dato che loro sono sempre così impegnati.