4 mesi pieni già passati con Avvocato di Strada, tempo di fermarsi un momento e guardarsi indietro!

Amici e colleghi sparsi che stanno vivendo un periodo più o meno lungo all’estero hanno iniziato a raccontarmi la loro nuova vita attraverso il sistema della liste delle cose che li hanno colpiti… io non mi sono mossa da Genova, ma i 4 mesi passati con Avvocato di Strada sono stati in un certo senso un lungo viaggio, per la prima volta senza neanche un aereo!

– Gli avvocati: per esperienza di vita e di formazione gli avvocati sono sempre stati da me considerati alieni, e questo servizio rappresenta per me una bella sfida. Benché consapevole della mia scelta, i primi contatti sono stati un po’ complicati: termini incomprensibili, alcune rigidità per me non necessarie, formalità… poi ho avuto modo di conoscerli meglio, chiacchierare del più e del meno e beh, mi sono ricreduta, ho scoperto che anche i professionisti più affermati hanno un cuore e che sono in grado di spiegare cose molto difficili in un linguaggio semplice, di prendere la mano ad una persona in difficoltà per fargli sentire la loro vicinanza e soprattutto di non giudicare. Mi sono stupita di riuscire a capire alcune normative e di iniziare ad usare termini legali!

– La riscoperta di alcune cose di me: in questi mesi ho in un certo senso riscoperto la mia città – le visite alle strutture per persone senza dimora già le conoscevo ma starci dentro è un’altra cosa; ho riscoperto contatti con persone che avevo lasciato un po’ da parte; ho ritrovato nella mia mente e nel mio cuore parole e gesti che erano rimasti un po’ sommersi dagli impegni; mi sono riscoperta un po’ più emotiva e un po’ meno egoista; ho rimesso in atto dinamiche di mediazione e approccio alle relazioni su cui tanto ho lavorato negli anni passati e che avevo lasciato da parte per immergermi in altri ambiti; ho riscoperto quanto sia bello sentirsi utili, facendo qualcosa di concreto e anche piccolo come accompagnare una persona in un ufficio o una semplice telefonata.

– L’importanza di una buona parola e di un gesto gentile: buona parte del lavoro durante lo sportello consiste nella relazione con persone che si trovano in difficoltà ed è importante farle sentire accolte e a proprio agio mentre spiegano le questioni che li preoccupano. A volte queste sembrano insormontabili ma basta un buon consiglio per superarle e chiarirle, altre volte invece – purtroppo più spesso – sono questioni più complicate per le quali è necessaria pazienza e forza d’animo. Ho imparato a sorridere per incoraggiarle, a rispiegare se necessario il consiglio dell’avvocato in termini più “terra a terra”. Sembrerà banale ma, in questa vita dove tutti siamo di fretta, ho riscoperto quanto sia bello presentarsi alla persona: “Piacere, io sono Martina, non si preoccupi, siamo qui per ascoltarti e provare ad aiutarti” con queste poche parole penso si parta con il piede giusto, ci si mette in ascolto. Alcuni si raccontano, altri prima “buttano fuori” ciò che li preoccupa e una volta fatto si rilassano un pochino…

– L’importanza di non giudicare alla prima apparenza: come dietro a professionista si nasconde un buon cuore, così le apparenze ingannano anche tra le persone senza dimora che si rivolgono a noi: nel mondo della povertà e dell’esclusione sociale vivono persone così diverse… c’è chi ha una profonda cultura o una vita ricca di esperienze, chi ancora ha una vita fatta di disagio e malattia purtroppo non colti prima, chi da anni convive con problemi psichici… Sto toccando con mano esperienze di persone diverse e lo Sportello è un punto di osservazione privilegiato, nelle cui quattro mura affluiscono le storie più insolite.

Ricordo un signore che è andato in Svezia in bicicletta e che racconta questa storia come se fosse la cosa più normale del mondo, un altro che scrive poesie, un altro che parla italiano meglio dell’Accademia della Crusca, una signora che non ricorda quasi nulla di quelle che le capita, un’altra che nonostante la vita precaria è decisamente più curata e truccata di me…

Una signora in particolare – uno dei primi sportelli – mi ha colpita: in attesa dell’avvocato abbiamo parlato del più e del meno e per molti minuti mi ha raccontato quanto fosse legata a un cagnolino di un’anziana a lei cara. Dentro le quattro mura dello Sportello ha poi raccontato una vita di sacrifici, violenza, amori sbagliati che l’hanno portata prima in strada e poi in un gruppo appartamento. Grazie ad Avvocato di Strada ha ottenuto la separazione dall’ultimo marito e si è tolta un grande peso dal cuore. L’ho incontrata la mattina di Natale, pochi giorni la sentenza, mi ha riconosciuta e fatto gli auguri, penso siano stati i più sinceri della giornata.

Martina

Volontaria Servizio Civile Nazionale, Avvocato di strada