Mumolo: “Vicenda vergognosa, l’Italia e l’Europa non stiano a guardare”

“La parola avvocato deriva da advocatus, participio passato di advocare ‘chiamare a sé, chiamare in aiuto’. L’avvocato è colui che va in aiuto di chi ha bisogno. Questo è quello che ha sempre fatto Nasrin Sotoudeh, l’avvocatessa condannata a e a 33 anni di reclusione e a 148 frustate per aver difeso detenuti, attivisti, oppositori del regime iraniano e donne “colpevoli” di essersi mostrate in pubblico senza velo. Si tratta di una sentenza sconvolgente che non può lasciarci indifferenti”. Così Antonio Mumolo, presidente dell’Associazione Avvocato di strada Onlus, da vent’anni in prima linea nella lotta per i diritti delle persone senza dimora.

“Ci sono diversi modi per intendere la professione di avvocato. Scegliere di stare dalla parte degli ultimi non è sempre facile o comodo, ma è il modo che gli avvocati hanno per garantire i diritti di tutti. Come avvocati volontari – conclude Mumolo – esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà a Nasrin Sotoudeh e ci auguriamo che il Governo italiano e l’Europa facciano sentire al più presto la propria voce per condannare questa vergogna”.