“Sono persone che hanno perso il lavoro oppure che hanno divorziato e hanno dovuto lasciare la casa e magari decidono di vivere in un camper nel loro stesso quartiere per poter stare vicino ai figli». Sul Corriere della Sera un’intervista a Teresa Santulli, coordinatrice di Avvocato di strada Roma

Roma, dentro i rifugi degli homeless con vista Colosseo
Moltissimi vivono in baracche, in grotte, nei siti archeologici, lungo il Tevere e sotto i ponti. Tra questi tanti italiani

Fonte: Corriere.it

Nicolas e Mohammed mangeranno una zuppa di erbe bollite in una pentola di latta. Oggi non hanno i soldi per la pasta. Il fornello giace pericolosamente sul prato a pochi metri da scivoli e altalene. Il panorama è suggestivo: da un lato spunta il Colosseo in tutta la sua maestà dall’altro il sito archeologico di Colle Oppio. Infatti ci troviamo in uno dei parchi più belli e preziosi di Roma . Qui come in tanti altri posti del centro sopravvivono delle persone. Dormono infilati nelle bocche di areazione ai piedi della Domus Aurea, tra i resti delle terme di Traiano e di Tito che hanno trasformato anche in armadi dove conservare coperte, qualche jeans o set di padelle. Questi disperati rifugi vista Colosseo non sono cosa rara.
A Roma ormai è facilissimo girare per la città e in periferia e imbattersi in piccoli insediamenti di gente che si organizza una casa come può. E anche le principali zone di pregio storico sono interessate da questo fenomeno. Per strada spesso si vedono camper parcheggiati in maniera permanente o roulottes. Su via Nomentana se ne possono avvistare tanti. Moltissimi vivono in baracche, in grotte, nei siti archeologici, lungo il tevere e sotto i ponti. Lungo via Flaminia e in zona Labaro è facile imbattersi in soprelevate che danno un «tetto» a delle persone. Materassi coperte, stenditoi per poggiare i vestiti: ovunque ci sia un riparo vengono adattate delle stanzette complete di materassi e fornellini. Non si tratta più solo di immigrati: ci sono tanti italiani che all’improvviso si sono trovati per strada senza potersi permettere più una vera casa.

«Sono persone che hanno perso il lavoro oppure che hanno divorziato e hanno dovuto lasciare la casa e magari decidono di vivere in un camper nel loro stesso quartiere per poter stare vicino ai figli», spiega Teresa Santulli legale dell’associazione avvocati di strada. «Noi forniamo assistenza legale perché molti non conoscono i propri diritti, per esempio li aiutiamo nelle cause di lavoro o ad ottenere pensioni di invalidità. Nel corso degli ultimi anni c’è stata una modifica nell’utenza. Prima assistevamo prevalentemente stranieri che rivendicavano rifugio politico o richiedevano il permesso di soggiorno. Negli ultimi due anni si rivolgono a noi tantissime persone italiane con problematiche di carattere familiare come divorzi o separazioni o perché sono stati sfrattati non potendo più pagare l’affitto. Quindi un‘utenza modificata rispetto a prima e con meno disagi psicologici, anche se in genere chi passa da una vita agiata ad una vita per strada normalmente comincia ad accusare disturbi psicologici e di salute in genere. Mentre prima gli homeless erano più dislocati in quartieri periferici ora se ne trovano moltissimi al centro di Roma. Queste persone vivono prevalentemente in auto o nelle roulottes. Purtroppo nei dormitori non riescono a dare posto a tutti, cercano di indirizzarli al lavoro, li fanno ruotare ma è difficile. Ormai a Roma ultimamente c’è un’emergenza abitativa molto forte».

A Roma sono 6 mila gli homeless e tra loro solo mille riescono a trovare riparo nei centri di accoglienza. Il dato è stato diffuso dall’Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini e da Commercity, in collaborazione con la Rete della Solidarietà e con la Comunità di Sant’Egidio. Secondo questo studio in Italia ci sono in tutto 17 mila persone senza fissa dimora e il 40% sono italiani. Una buona parte del restante 60% sono rifugiati. Secondo una ricerca condotta da Istat, ministero del welfare, Caritas e Fiopsd in Italia i senza fissa dimora sono circa 50 mila, con un numero crescente di connazionali. Il 34% starebbe per strada perché ha perso il lavoro o si è separato dal coniuge. L’87% sono uomini e tra loro il 57,9% ha meno di 45 anni, le donne sarebbero circa 6 mila 200. Il recentissimo censimento effettuato a Roma nell’ambito del progetto «Raccontami 2014» indica che i senza tetto presenti a Roma sono 3.276 e cioè lo 0,11% della popolazione capitolina, di cui il 48% dorme in strada e il 52% nei dormitori.

È tardo pomeriggio e molti a Colle Oppio stanno aspettando il buio per poter aprire i cartoni per la notte. Intanto qualcuno appoggia vestiti e borse sulle cancellate che circondano i reperti archeologici proprio per evitare che la gente cerchi riparo lì. La polizia li ha allontanati tante volte spiega un ragazzo nigeriano: «Appena cala il sole si mettono tutti dietro l’angolo oppure lì dietro sotto le rovine ce ne saranno decine..». E infatti Nicolas e Mohammed vivono proprio nell’area di colle Oppio dove sono in corso i lavori di ristrutturazione. Hanno scelto una delle aree più belle con vista Colosseo. Dicono di stare bene perché lì sono al riparo: dormono sopra le bocche di areazione. Un’operazione che sembra difficilissima: «No guarda come si fa – dice Nicolas – Entro infilandomi di pancia e poi posso anche girarmi mettermi più comodo». L’evidenza è più forte di tutte le sue rassicurazioni e l’evidenza mostra una situazione disumana, triste, ingiusta. Poco più in là un altro ragazzo parla al telefono vicino alla sua casetta-bocca di areazione. Lui ha anche un materasso per dormire all’aperto. Nicolas dice che qualche volta gli prestano le pentole perché loro sono organizzati meglio. Come sei finito qui?
«Avevo una famiglia, ero ricco, avevo auto, soldi. Poi ho perso tutto, innanzitutto ho perso mamma e papà e sono rimasto solo. Sto diventando sclerotico».
Quanti anni hai? «Quanti me ne dai?»
Ventiquattro. «Eh magari.. ne ho ancora 23».
Ma è solo un anno in più.. .
«Si ma io vado in fretta perché sono stanco di vivere».