IL DIRITTO DI VOTO
La Costituzione italiana riconosce e garantisce a tutti i cittadini il diritto all’elettorato, attivo e passivo. Il diritto all’elettorato attivo riguarda la facoltà di votare nelle elezioni indette nel territorio nazionale, nelle modalità stabilite dalla legge. È il diritto di voto che consente al cittadino di partecipare, esprimendo la propria preferenza, alle politiche dello Stato. Il diritto all’elettorato passivo riguarda, invece, la possibilità di candidarsi ed essere eletti.
Il diritto all’elettorato – nella sua componente attiva e passiva, dunque, costituisce fondamento della democrazia e strumento dell’imprescindibile partecipazione popolare alle politiche dello Stato.
Unione Europea e diritto di voto
Il diritto di voto è riconosciuto ai cittadini europei dall’articolo 39 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Ogni cittadino dell’Unione ha il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo nello Stato membro in cui risiede, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato.
IL PARLAMENTO EUROPEO
Il prossimo 8 e 9 giugno si andrà alle urne per eleggere 76 membri del Parlamento europeo. Il Parlamento europeo è un’importante sede del dibattito politico e del processo decisionale a livello dell’Unione europea. Deputati e deputate sono scelti direttamente dai cittadini e dalle cittadine di tutti gli Stati membri per rappresentare gli interessi degli stessi nel processo legislativo europeo e per garantire il funzionamento democratico delle altre istituzioni dell’UE.
Il sistema elettorale
Ai sensi della legge elettorale europea, tutti i Paesi membri devono usare un sistema elettorale proporzionale. Ciò significa che l’assegnazione dei seggi avviene in modo da assicurare alle diverse liste un numero di posti proporzionale ai voti ricevuti.
L’Italia usa il voto di preferenza, che dà agli elettori la possibilità di indicare, nell’ambito della medesima lista, da una a tre preferenze, votando, nel caso di due o di tre preferenze, candidati di sesso diverso. Determinato il numero dei seggi spettanti alla lista in ciascuna circoscrizione, sono proclamati eletti i candidati con il maggior numero di voti di preferenza.
COME, QUANDO E DOVE VOTARE
Quando si vota?
In Italia le elezioni europee si terranno sabato 8 e domenica 9 giugno 2024.
Chi può votare?
Si ha diritto di voto alle elezioni europee se:
- si è compiuto il diciottesimo anno di età;
- si è cittadini italiani o dell’Unione europea con residenza legale in Italia, o cittadini italiani residenti all’estero;
- si è registrati come votanti entro la scadenza stabilita (per i cittadini UE votanti in Italia).
Dove si vota?
Si vota presso il seggio elettorale in cui si è iscritti, indicato sulla tessera elettorale e corrispondente alla sezione nel cui ambito territoriale è compreso il luogo di residenza. Per conoscere il proprio seggio elettorale, se non si è ancora in possesso della tessera elettorale, è necessario rivolgersi al proprio Comune di residenza.
Quali documenti si devono portare al seggio elettorale?
Per poter esercitare il diritto di voto presso l’ufficio elettorale di sezione nelle cui liste si risulta iscritti, si dovranno esibire un documento di riconoscimento valido e la tessera elettorale.
È necessario avere la residenza?
Sì, è indispensabile per esercitare il diritto di voto possedere una residenza. Per maggiori informazioni su come le persone senza dimora possano ottenere la residenza Avvocato di Strada ha predisposto una breve guida pratica.
Per i cittadini europei residenti in Italia, inoltre, è necessaria l’iscrizione nella lista elettorale aggiunta, ottenibile mediante richiesta da proporre al Sindaco del comune in cui si risiede almeno 90 giorni prima della data delle elezioni.
Il Parlamento europeo adotta leggi che riguardano la vita di tutti: riguardano grandi paesi e piccole comunità, anziani e giovani, la sfera globale e quella locale. Ogni elettore, con il suo voto, deciderà quali deputati lo rappresenteranno nella formazione delle nuove leggi che influenzeranno le politiche europee. Se non partecipiamo, non abbiamo la possibilità di plasmare il futuro.
Diritto di voto e persone senza dimora
Si è detto, poco innanzi, che il diritto di voto alle elezioni europee è riconosciuto ai cittadini italiani e europei residenti in Italia. Avere una residenza è dunque essenziale per poter esercitare il diritto di voto. Individua i soggetti legittimati (i cittadini europei possono votare alle elezioni europee in Italia solo se qui residenti); individua il Comune che fornisce tessera elettorale ed è questa a indicare presso quale seggio recarsi per il voto. Cosa accade, quindi, nel caso di persone senza dimora che non abbiano una residenza?
“Senza dimora”: una precisazione
È utile a questo punto una precisazione. Ai fini anagrafici è senza fissa dimora chi non dimori abitualmente e prevalentemente in nessun Comune, per qualsiasi ragione tenuto a spostarsi in maniera continua sul territorio nazionale.
É invece senza tetto o senza dimora, chi, essendo privo di una propria abitazione, si sposta con frequenza all’interno del territorio di un determinato Comune. Poiché in tali situazioni la persona dimora abitualmente e prevalentemente nello stesso Comune, la stessa dovrà essere iscritta nell’anagrafe della popolazione residente. Non disporre di un’abitazione, quindi, non dovrebbe impedire di avere una residenza!
La residenza per le persone senza dimora e la residenza nella via fittizia
Le persone senza dimora hanno un diritto soggettivo di ottenere la residenza presso il Comune di domicilio (solitamente quello in cui trascorrono la maggior parte del loro tempo). Avere la residenza consentirebbe, oltre all’esercizio del diritto di voto, anche l’accesso a ulteriori servizi (tra i quali, ad esempio, l’accesso ai servizi sociali, l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale ed il gratuito patrocinio).
Il diritto alla residenza può essere soddisfatto ponendo la stessa presso la sede di un servizio che ha preso in carico la persona senza fissa dimora o, altrimenti, in una via fittizia.
“Se il senza fissa dimora non ha un recapito o un vero e proprio domicilio nel Comune, ma elegge domicilio al solo fine di chiedere ed ottenere l’iscrizione anagrafica, come suo diritto, si presenta il problema dell’indirizzo da indicare negli atti anagrafici. In tal caso si ravvisa la necessità che anche in anagrafe venga istituita una via, territorialmente non esistente, ma conosciuta con un nome convenzionale dato dall’ufficiale di anagrafe.” (Istat, Avvertenze, note illustrative e normativa AIRE, Metodi e Norme, serie B – n. 29 -edizione 1992).
La via fittizia è un indirizzo che non esiste nella realtà ma che ha la medesima valenza giuridica di una via esistente. Avvocato di Strada e Fio.PSD hanno realizzato un database con tutte le vie fittizie che sono riusciti a rintracciare.
Nonostante le raccomandazioni ISTAT in proposito, sono ancora molti, troppi, i Comuni italiani che non hanno istituito una via fittizia e ciò costituisce un ulteriore ostacolo per le persone senza dimora all’esercizio dei propri diritti.
Ostacoli ulteriori per i cittadini europei senza dimora
Le difficoltà si moltiplicano per le persone senza dimora cittadini europei di uno Stato diverso dall’Italia. Soltanto i cittadini EU aventi i requisiti economici richiesti dalla normativa vigente possono ottenere la residenza in Italia: si tratta di requisiti stingenti, condizioni economiche e di autosufficienza che un senza dimora difficilmente può rispettare.
Le parole del presidente dell’associazione, Avv. Antonio Mumolo
“Non consentire alle persone di votare negando loro la residenza anagrafica è senz’altro una palese violazione dei loro diritti costituzionali ma è anche un modo per certificare il più totale disinteresse verso persone che vivono in una situazione di estrema povertà e che in base alla legge avrebbero comunque diritto alla residenza. Senza contare poi che chi non ha la residenza non può curarsi, non ha diritto a una pensione e in molti casi non ha neanche diritto ad essere preso in carico dai servizi sociali” afferma Antonio Mumolo presidente dell’associazione Avvocato di Strada.
L’effettività del diritto di voto delle persone senza dimora è, dunque, fortemente compromessa da un labirinto normativo e da ostacoli fattuali. Ad oggi non sono ancora state predisposte regole che semplifichino l’esercizio dei diritti politici per le persone senza dimora, né nella legislazione italiana né nella normativa euro unitaria.
Avv. Vittoria Smeralda Nespolo Foscarin
Volontaria Avvocato di strada Milano