Il Comune di Genova, come tanti altri comuni italiani, non fa seguire dai servizi sociali chi vive in strada e alza forti barriere contro chi quella residenza vuole ottenerla per potersi curare o rifare i documenti. Una conseguenza di questa politica è che un’operatore dei nostri amici di San Marcellino rischia fino a sei anni di carcere per aver aiutato ad iscriversi in anagrafe una donna senza dimora. Nella relazione con la quale l’associazione testimoniava che la persona viveva effettivamente in strada a Genova, e che aveva diritto alla residenza, l’operatore avrebbe dovuto scrivere “sedicente” prima delle sue generalità autodichiarate. Nell’articolo del Fatto Quotidiano un commento del coordinatore di Avvocato di strada Avv. Emilio Robotti.
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