Un articolo della Gazzetta dell’Emilia sulla nostra sede di Avvocato di strada Reggio Emilia, che ha da poco inaugurato un secondo sportello cittadino.

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I volontari dell’ associazione Avvocati di strada Onlus forniscono assistenza legale gratuita alle fasce più deboli. Si sono costituiti a Reggio Emilia dal 2006 e a marzo hanno aperto un secondo sportello in zona stazione –

Reggio Emilia, 23 luglio 2014 – di Giulia Rossi – Gazzetta dell’Emilia

Gli angeli custodi esistono davvero. Non hanno ali bianche né riccioli biondi, ma un cuore grande e uno spirito altruistico. Fanno del bene gratuitamente, senza chiedere nulla in cambio. Spinti dalla convinzione che sia giusto aiutare in prima persona chi è debole, chi viene da lontano, chi è povero, chi ha perso tutto: una casa, il lavoro, la famiglia, il denaro, i propri diritti, la propria dignità e persino la possibilità di essere difeso davanti alla legge.
Stiamo parlando degli Avvocati di strada Onlus, un’associazione formata da volontari, nata a Bologna nel 2001, poi estesa capillarmente in tutto il nostro Stivale.
Due di loro, Simone Beghi e Alessandra Scaglioni, che da anni operano sul territorio reggiano, ci hanno spiegato di cosa si tratta.

AVVOCATI DI STRADA A REGGIO EMILIA.

“Gli Avvocati di strada si sono costituiti a Reggio alla fine del 2006 per iniziativa di don Renzo Braglia del Gruppo Laico Missionario che, insieme ad alcuni legali – allora erano Nicola Gualdi e Veronica Ligabue i maggiori referenti – hanno deciso di aprire uno sportello gestito da volontari nella sede di via Squadroni 7, in centro storico, rivolto a tutte quelle persone senza fissa dimora che non possono usufruire di una tutela legale, nemmeno attraverso il gratuito patrocinio”, spiega Simone Beghi.
Sì, perché anche se sono in pochi a saperlo, chiunque non abbia o abbia perso la residenza, e quindi sia in evidente stato di difficoltà economica, non ha diritto di accedere all’istituto del gratuito patrocinio. L’eliminazione di questa ingiustizia è una delle principali cause per la quale da tempo si battono gli Avvocati di strada.

SENZA RESIDENZA, SENZA DIFESA.

“La difesa è un diritto inviolabile, lo sancisce la Carta Costituzionale, Carta prima a cui fare riferimento e come tale deve valere per tutti, senza distinzioni” – afferma l’avvocato Scaglioni – “Nella pratica però non è così. Chi non ha una residenza, o chi l’ha persa per svariati motivi e vive in strada o nei dormitori, non può essere assistito da un avvocato gratuitamente e dunque, dal momento che non possiede la liquidità per permettersi un legale, non riesce a difendersi. Lo stesso discorso vale per gli immigrati: anche un extracomunitario avrebbe diritto al gratuito patrocinio, ma solo se è in possesso di determinati requisiti. In particolare per accedervi ha bisogno di un documento identificativo e dunque non deve essere un mero clandestino, deve avere il permesso di soggiorno, una residenza, il codice fiscale e un limite reddituale. In assenza di questi requisiti, nemmeno l’immigrato può essere difeso, a meno che non si tratti di emergenze internazionali, per le quali il gratuito è quasi sempre previsto. Ma dove la legislazione ha delle pecche, in quanto appunto tutela solo alcune fasce della popolazione, tralasciando quelle più deboli, interveniamo noi“, precisa l’avvocato.

LE PRATICHE STRAGIUDIZIALI.

“C’è poi da aggiungere che il gratuito copre comunque, per chi ha una residenza come per chi non ce l’ha, solo una difesa in ambito giudiziario. Tutte quelle pratiche chiamate ‘stragiudiziali’, come ad esempio il risarcimento di un sinistro, la burocrazia legata alla richiesta di un permesso di soggiorno, e in generale pratiche amministrative che hanno appunto un percorso che va al di fuori dell’ambito giudiziario, e non sono sempre facili da gestire per un immigrato, sono svolte con il nostro supporto. Queste ultime costituiscono una grossa parte del nostro lavoro”, precisano i volontari.

I VOLONTARI.

Insomma, l’aiuto che “Lo studio legale più grande d’Italia, fornisce ai clochard, ma anche a tutti coloro che, arrivati in una nuova realtà, si sentono spaesati è davvero a 360 gradi.
Infatti: “Nella compagine degli Avvocati di strada non ci sono solo esperti legali, che anzi sono in minoranza, ma c’è anche un nutrito gruppo di ragazzi e ragazze, per lo più studenti universitari di varie Facoltà, che svolgono attività di sportello e hanno mansioni amministrative o di semplice orientamento per le persone che si rivolgono alla nostra associazione”, spiega Simone Beghi.

“Sono ragazzi fantastici. Non posso che dire del bene di loro: sono tanti, bravissimi, attivissimi, giovani e impegnati”, afferma Alessandra Scaglioni.
Ed è anche grazie alla disponibilità e competenza di questo nutrito gruppo di giovani che è stato possibile dar vita in marzo 2014 ad un secondo sportello in una zona strategica come via Turri 49, quartiere limitrofo alla stazione ferroviaria di Reggio, crocevia di tante etnie, per il quale da anni l’amministrazione comunale reggiana ha cercato di promuovere progetti di coesione sociale e integrazione.

LO SPORTELLO DI VIA TURRI.

“Abbiamo deciso di aprire un secondo sportello in un’altra sede, oltre quella di via Squadroni che comunque resta, per cercare di avvicinare e aiutare più persone possibili. Fortunatamente abbiamo un numero di volontari sufficiente per coprire sempre un turno alla settimana (due sabati al mese dalle 10.30 alle 12, e due mercoledì al mese dalle 17.30 alle 19), per chiunque ne abbia bisogno.
La sede in via Turri, è stata scelta per la sua valenza simbolica. Fucina di popoli ed etnie, era uno dei luoghi più naturali in cui potessimo andare. Siamo stati ospitati dal Centro Incontro Reggio Est, che ci ha accolto anche per le finalità che quel luogo ha: cioè incentivare relazioni tra popoli diversi.
Ma il nostro obiettivo era anche agevolare quei clienti che arrivano da fuori città con l’autobus ma soprattutto con il treno, per i quali offrire un servizio allocato vicino a tutti i mezzi pubblici e nella tarda mattinata di sabato ci sembrava più vantaggioso”, concludono.

FONTE
Gazzetta dell’Emilia

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