
Sabato 12 aprile a Verona si terrà una proiezione del docufilm “The passenger” di Tommaso Valente. L’evento si terrà presso la Casa di Quartiere Baleno, via Re Pipino 3/A, Verona.
Interverranno il regista Tommaso Valente e Dora Casalino.
L’evento è organizzato da Avvocato di strada Verona nell’ambito del progetto “Premio Avv. Alfredo Lechi – Diritti per strada” con il sostegno della Fondazione Biondani Ravetta Onlus.
The Passengers Italia 2021 90′
“Ci sono persone ancora alla ricerca di un posto nel mondo, viandanti segnati da storie dolorose che cercano un punto da cui ripartire: la casa. The Passengers racconta le loro storie e quella di “Housing first”, una filosofia che mette l’abitare sociale al centro della propria azione. Nei racconti di convivenze spesso conflittuali, e nell’evocazione di tortuosi percorsi di vita, emerge il senso di una via possibile per cogliere un’opportunità di riscatto.”
SINOSSI
Il territorio di Ravenna, sospeso tra la sua storia secolare e il recente sviluppo industriale, è una terra di conflitti e paesaggi rarefatti. È qui che si sviluppa l’azione di “Housing First”, una associazione che punta sull’abitare sociale come via per il reinserimento di persone in situazione di estremo disagio, sia esso psichico, economico o dettato da diverse dipendenze. The Passengers racconta le vicende di questi “viandanti senza meta”, che trovano nelle abitazioni in cui convivono un punto di ripartenza per i propri cammini. Ogni casa vive quindi di molteplici piani di narrazione e di molteplici storie, da quella dell’appartamento stesso, in cui esplodono e si risolvono i conflitti quotidiani della convivenza, a quelle singole di ogni partecipante al progetto. Storie spesso dolorose, di sconfitte, perdite, cadute negli abissi di alcol e droga; ma anche storie di riscatto, nei percorsi che ognuno dei protagonisti della serie intraprende per trovare la propria via nel lavoro e nelle relazioni. I toni del racconto sono, di conseguenza, a volte accesi, nel racconto di situazioni di coabitazione che rischiano una deriva drammatica, altre volte concilianti, quando il conflitto si stempera e la possibilità di una vita in comune, e di un parallelo reinserimento sociale, diventa possibile.
A fare da contrappunto a questa “narrazione al presente” dei vari personaggi, tutta raccontata con un asciutto sguardo documentaristico, ci sono le backstory di ognuno di loro, i punti di partenza traumatici che li hanno portati fin qui. Illustrate da animazioni evocative, le voci dei protagonisti riportano a matrimoni falliti, a crisi aziendali in cui si è perso tutto, a maltrattamenti subiti in famiglia e a migrazioni da paesi del terzo mondo.
Queste storie sono substrati psicologici di ogni partecipante al progetto, ma risultano essere anche le travi narrative che reggono la struttura drammaturgica della serie: l’ineluttabilità del peso di quei vissuti è infatti, da un lato, un macigno difficile da portare, ma, dall’altro è il generatore delle passioni, dei sogni e delle speranze che si scontrano con la quotidianità e con la difficile convivenza con gli altri ospiti di “Housing First”.
È così che negli appartamenti di Housing First si ama, si muore, si cresce, si vive, si impara, si litiga; i protagonisti delle nostre storie vincono e perdono, si aiutano e si ostacolano, si cercano e si allontanano proprio come accade in ogni contesto della società, solo che la loro particolare condizione rende ogni sentimento, ogni momento, ogni passaggio più evidente e l’intrecciarsi delle loro vicissitudini, la loro immediata concretezza in quanto immersi perennemente in una condizione di difficoltà, vuole toccare un nervo scoperto dello spettatore, fino a farci interrogare se questa via, che supera il mero assistenzialismo in un’ottica di responsabilizzazione degli ospiti, sia o meno quella giusta.