Erano ormai sette anni che Andrea abitava in affitto in quella casa, situata nel cuore della Romagna. La casa è troppo danneggiata, viene dichiarata inagibile e lui deve andarsene.
I proprietari di casa, inizialmente, gli comunicano che sarebbe potuto rientrare a dicembre, così da poter sistemare la casa in seguito ai danni causati dall’alluvione. Successivamente, però, cambiano idea. Non gli permettono di rientrare, gli chiedono di firmare la rescissione dal contratto e gli negano la restituzione dei tre mesi di caparra che Andrea aveva pagato a tempo debito.
In una situazione del genere chiunque si troverebbe sopraffatto da impotenza, senso di ingiustizia, preoccupazione e rabbia, ed è proprio così che Andrea si sente in quel momento. Dopo l’alluvione non era riuscito a trovare un alloggio sostitutivo, trovandosi così costretto a vivere in uno scantinato gentilmente concesso da un’amica ma non poteva rimanere a lungo in quel luogo anche perchè ha seri problemi di salute, tra cui un’insufficienza cardiaca, incompatibili con l’abitare in uno scantinato in cui l’umidità sarebbe esponenzialmente aumentata con l’arrivo della stagione fredda.
È in questo momento che Avvocato di strada entra nella sua vita. Si reca in ufficio dall’Associazione e si trova a raccontare la sua storia all’avvocata De Dominicis, la quale si mette subito all’opera per fare il possibile e, nel tentativo di aiutare Andrea, redige sul momento una lettera ai proprietari di casa, chiedendo la restituzione delle caparre.
Dopo un periodo difficile, per Andrea torna a schiarirsi il sole: la lettera convince i proprietari a restituirgli le caparre. In questo modo Andrea prende fiducia, riesce a prendere in affitto una nuova casa e la vita ricomincia a scorrere.