L'ASSISTENZA LEGALE AI TEMPI DEL COVID-19

Diversi mesi fa, appena prima dello scoppio della pandemia da covid-19, allo sportello di Avvocato di strada di Milano si è presentato M., un signore senegalese di 53 anni. Ai volontari presenti quel giorno M. ha raccontato di aver subito un licenziamento illegittimo e di essere assistito dall’avvocato di un sindacato il quale, a suo parere, non lo stava seguendo in maniera adeguata.

Quando le hanno girato il contratto di lavoro, le buste paga e il numero di telefono di M., Silvia, l’avvocato volontario dell’Associazione che ha preso in carico questo caso, non sapeva neppure che volto avesse quell’uomo.

Poi è scoppiata l’emergenza sanitaria, che ci ha insegnato a confrontarci con nuove distanze e maniere di relazionarci agli altri.

Silvia ha aspettato quattro mesi prima di poter conoscere il suo assistito in carne ed ossa. L’incontro è avvenuto a metà giugno. Fino a quel momento l’assistenza legale si è svolta interamente per via telematica, una novità assoluta per la storia ventennale della nostra associazione.

In questo periodo vi è stata una lunga trattativa con l’avvocato di controparte, conclusa fortunatamente senza dover ricorrere al tribunale, evitando così le lunghe attese che questo in genere comporta. Il datore di lavoro ha infine acconsentito a corrispondere a M. una somma di denaro, che in gergo tecnico viene definita “spettanza di fine rapporto”.

Con i soldi ricevuti, l’uomo, che nel frattempo era dovuto uscire dal dormitorio che l’aveva ospitato durante la pandemia e stava dormendo in stazione, è riuscito a pagarsi un posto letto.

Quando Silvia e M. si sono finalmente incontrati di persona, lui ha insistito nel volerle fare un regalo, che lei ha sempre rifiutato. Il regalo più bello è stato tuttavia ciò che le ha detto salutandola: “ora sai che in me tu hai un fratello”.

La settimana dopo Silvia ha ricevuto un’email di M. che conteneva una bellissima notizia: aveva trovato un nuovo lavoro!

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