Storia di T. e della casa fantasma

La giornata allo sportello scorreva tranquilla, ero soltanto stato avvisato della possibilità che si potesse presentare un signore che diceva…. di averci regalato la casa. Quando si presenta allo sportello scopro che è arrabbiatissimo con noi perché “nonostante ci avesse regalato la sua casa”, questa risultava ancora di sua proprietà e quindi gli impediva di ricevere un sussidio al quale pensava di avere diritto.

E questo era tutta colpa nostra. Era proprio tanto arrabbiato, gridava e si agitava…

Cerco di capire qualcosa della faccenda, lo faccio accomodare e piano piano riesco a farmi raccontare la sua storia. Finalmente si calma e si confida.

Inizia a stagliarsi davanti a me una storia molto intricata popolata di fantasmi, di nebbia, di ostacoli, di muri, di persone morte e persone vive.

La protagonista indiscussa è una casa sperduta in una piccola provincia della Sicilia, probabilmente ereditata dai genitori. Lui non la va li da tantissimo, probabilmente da decenni, non sa in che condizioni sia, se sia abitata da qualcuno.

L’unica cosa che sa è che questa casa gli impedisce l’accesso ai sussidi.

Allora un giorno di qualche tempo fa era venuto in sportello e aveva detto che ci regalava la sua casa e aveva pensato che bastasse questo per regolare tutta la situazione. E invece… ancora niente sussidio!

Tento di fare qualche domanda a T per capire come posso aiutarlo ma non è semplice. Non ha documenti, codice fiscale, non ricorda con precisione quando è nato…

A un certo punto mi dice che forse un certo Andrea ha i suoi documenti, si, anche la tessera sanitaria, dice che tiene tutto lui così non si perde.

Bene. Benissimo. Ma chi è Andrea?

Dopo un po’ scopro che è un operatore sociale che avora in un dormitorio… o forse all’ambulatorio, o forse da un’altra parte ancora. Forse lo vede questa sera o domani.

Potessimo venderci i “forse” di questa storia diventeremmo ricchi in due e avremmo risolto tanti problemi.

Gli lascio il mio nome e il numero su un pezzo di carta da dare ad Andrea così che mi ricontatti.

Gli dico che cercheremo di capire questa cosa della casa. Se troviamo dei riferimenti cercheremo di trovare dei contatti in Sicilia per verificare le condizioni della casa, se c’è qualcuno dentro, se si può fare qualcosa in merito a questa casa che tanti guai gli sta causando.

T è entrato arrabbiato ma alla fine della chiacchierata si alza dalla seggiola sorridendo. Ha messo il mio biglietto con il nome insieme alle altre sue cose. Spero davvero che quel biglietto possa arrivare ad Andrea e che da si possa fare qualcosa di utile per T. Lui mi saluta, prende il suo carrettino ed esce nella strada assolata di questo giugno torinese.

Storia raccontata da un volontario di Avvocato di strada Torino

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