In questi giorni con la mobilitazione della Comunità Latino Americana e USB davanti agli Uffici Postali di Roma si è tornato a parlare della difficoltà che i richiedenti asilo devono affrontare se hanno necessità di aprire un conto corrente di base.
Cogliamo l’occasione per raccontare la vicenda di un assistito che abbiamo seguito in tutti i passaggi necessari per la richiesta di apertura di un conto corrente di base presso una filiale di Poste Italiane a Bologna.
Settembre 2022
Ali arriva in Italia dal Pakistan in fuga da pericoli e persecuzioni. Vive in strada e quando arriva a Bologna si rivolge ai nostri volontari per fare domanda di protezione internazionale. Accompagnato all’Ufficio immigrazione da una nostra volontaria procede con la richiesta e, come previsto dalla legge, consegna il suo passaporto in Questura.
Dicembre 2022
Dopo una lunga attesa e la trafila burocratica, ad Ali viene consegnato il permesso di soggiorno per richiesta asilo, che gli permette di soggiornare regolarmente nel territorio italiano: ora può finalmente lavorare, ma per farlo ha bisogno di avere un conto corrente su cui farsi versare lo stipendio.
Gennaio 2023
Ali si rivolge alla sede centrale di Poste Italiane, a Bologna, dove chiede di poter aprire un conto corrente. Gli rispondono che non si può fare. Ali non capisce bene il motivo di questo rifiuto e torna da noi.
Decidiamo allora di accompagnare il sig. Ali ad uno sportello periferico delle Poste per capire quale sia il problema, ma ci riferiscono che in quel momento non ci sono consulenti che possano seguire la procedura. Ci comunicano che dovremo attendere un mesetto per poter affrontare di nuovo la questione e ci suggeriscono di tornare alla sede centrale.
Febbraio 2023
Prendiamo un nuovo appuntamento alla sede centrale di Poste Italiane a Bologna, nella speranza di risolvere il problema il prima possibile e vedere riconosciuto ad Ali il diritto ad aprire il suo conto corrente, ma con scarsi risultati. La consulente dello sportello, infatti, ci informa che non è possibile aprirlo per motivi che non ci vengono comunicati.
Le mostriamo, allora, il testo della circolare interna n. 29 del 2019 di Poste Italiane, in cui si dichiara che “al fine di consentire una maggiore inclusione finanziaria, i soggetti richiedenti protezione internazionale possono richiedere l’apertura di un Conto di Base esibendo il solo permesso di soggiorno provvisorio, senza l’obbligo di esibire, congiuntamente al permesso, il proprio passaporto quale documento di riconoscimento”. Secondo la circolare, dunque, per aprire un conto corrente, basta presentare il permesso di soggiorno, documento che Ali ha a disposizione, senza la necessità del passaporto o della carta d’identità.
La consulente di Poste Italiane inizia a confrontarsi con il proprio ufficio interno per capire come comportarsi. Dopo vari e faticosi passaggi che coinvolgono noi, la consulente e l’ufficio interno il no viene confermato e ribadito più volte: Ali è una “persona politicamente esposta” e dunque non può aprire il conto corrente.
Il concetto di persona politicamente esposta, tuttavia, si riferisce a soggetti che ricoprono o hanno ricoperto cariche pubbliche: ma non è certo il caso di Ali, che è arrivato in Italia da qualche settimana in fuga da un Paese dove la sua vita era in pericolo!
Le nostre insistenze e la richiesta di parlare con il direttore della filiale cadono nel vuoto: nessuno è disponibile per parlarci e ci viene persino negato un nuovo appuntamento.
Ce ne andiamo dall’ufficio lasciando i nostri contatti di riferimento, avvisando che avremmo inviato un reclamo per segnalare la situazione perché la motivazione del diniego è palesemente infondata.
Marzo 2023
Dopo l’invio del reclamo proviamo a contattare telefonicamente numerose banche, con la stessa domanda: possiamo aprire un conto corrente per un richiedente asilo? La risposta è sempre la stessa: non si può, bisogna vedere, vi richiamiamo…
Alla fine del mese arriva la risposta al reclamo a Poste Italiane. Il contenuto è chiaro e finalmente ci sembra di intravedere la luce: il richiedente asilo può aprire un conto corrente di base presentando il solo permesso di soggiorno per richiesta asilo in corso di validità.
Torniamo quindi alla sede centrale di Poste Italiane con la lettera convinti di aver risolto, ma anche per questa volta non c’è nulla da fare. Non ci ricevono e dobbiamo aspettare di essere ricontattati per avere un appuntamento.
Aprile 2023
I giorni passano, ma nessuna notizia da parte della filiale. Decidiamo quindi di fissare un nuovo appuntamento allo sportello di una terza sede. Aspettiamo la nuova data, ma l’appuntamento salta anche questa volta: la direttrice non c’è e il conto corrente di base può essere aperto solo in sua presenza.
L’appuntamento viene rimandato di una settimana e finalmente il fatidico giorno arriva. Ci presentiamo in filiale, ma la direttrice ci comunica che per chi ha il solo permesso di soggiorno, la procedura per l’apertura del conto corrente di base è estremamente impegnativa e prevede la raccolta di decine e decine di firme su documenti cartacei. La pratica verrà poi mandata all’ufficio competente di Roma che valuterà la richiesta di apertura del conto e questo potrà causare un’altra lunga attesa. La nostra fiducia inizia a vacillare nuovamente quando, all’improvviso, Ali dice che pochi giorni prima è riuscito ad ottenere l’iscrizione all’anagrafe al Comune e che è riuscito ad avere anche la carta di identità!
Con questo documento Ali ha la possibilità di valutare anche altre soluzioni, diverse dall’apertura di un conto corrente di base, che gli permettono di avere un IBAN immediatamente, senza andare incontro a particolari difficoltà burocratiche e costi, ma soprattutto senza il rischio di ricevere dei rifiuti immotivati.
Siamo a fine aprile e dopo ben quattro mesi di chiamate, appuntamenti, attese, discussioni e reclami Ali può finalmente iniziare a lavorare perché ha un conto corrente dove potrà versare lo stipendio…
Una corsa ad ostacoli
Quella di Ali è solo una delle tante storie di persone che, pur avendo un permesso di soggiorno, non possono lavorare perché per impedimenti burocratici non riescono ad aprire un conto corrente.
Ali è stato fortunato perché ha avuto il nostro supporto e un datore di lavoro disposto ad aspettare che lui risolvesse i suoi “problemi”. Ma tutti gli altri? Chiediamo a chi arriva in Italia di integrarsi, di darsi da fare e di lavorare. Siamo bravissimi ad urlare contro chi pesa sulla collettività. Poi però a chi come Ali vuole solo essere messo nella condizione di poter lavorare e guadagnarsi da vivere siamo bravissimi a porre ostacoli senza senso.
*** Se sei un richiedente asilo e vuoi saperne di più su come aprire un conto corrente di base, puoi consultare le nostre FAQ. ***