Sabato a Bologna in strada è morta una ragazza di 37 anni. La ragazza che viveva in via Saliceto in una tenda con il suo compagno nei giorni immediatamente precedenti alla sua morte era stata ricoverata all’Ospedale Sant’Orsola per una crisi d’asma.

Anche se i motivi del decesso sono ancora sconosciuti è possibile ipotizzare che la ragazza abbia avuto un’altra crisi di asma stavolta rivelatasi fatale. Purtroppo chi vive in strada senza residenza anagrafica non ha la possibilità di ricevere cure continuative ed appropriate e le morti che derivano da questo stato di fatto ogni anno sono moltissime.

Nell’articolo pubblicato domenica dal quotidiano “Il Bologna”, e che racconta la vicenda, è stato intervistato Antonio Mumolo, consigliere comunale di Bologna e coordinatore del Progetto nazionale di Avvocato di strada. Il progetto nato all’interno dell’Associazione Amici di Piazza Grande Onlus nel 2001 da anni si batte per far ottenere la residenza anagrafica a tutti i senza dimora, senza la quale in Italia non si può lavorare, non si può avere una casa, non si può votare e non si possono ricevere cure che non siano di pronto soccorso.

Nel 2001 Avvocato di strada ha vinto una causa intentata contro il Comune di Bologna che non voleva concedere la residenza ad una persona che viveva in un dormitorio. Nonostante questa vittoria ancora oggi, come ricorda Antonio Mumolo “c’è chi negli uffici amministrativi interpreta la norma nazionale in senso restrittivo, perciò tra poco in commissione metteremo mano al regolamento comunale per permettere a chi vive in strada di avere un medico e di poter avere gli stessi diritti di chi ha la casa. Soprattutto di non dover aspettare mesi per avere la carta d’identità con la via di residenza.”