Doveva “abolire la povertà”. Invece, il reddito di cittadinanza taglia fuori i più poveri in assoluto: le persone che vivono in strada e che non hanno la residenza anagrafica.
In Italia vivono in strada più di 50.000 persone che sono DIVENTATE povere: sono padri separati, anziani con la pensione minima, donne sole con figli, giovani che non riescono a trovare un lavoro, piccoli imprenditori falliti, lavoratori licenziati.
Marco, 45 anni, ha lavorato per tutta la vita nella stessa azienda. A causa della crisi l’azienda ha delocalizzato e Marco ha perso il lavoro. Dopo diversi colloqui andati male e l’impossibilità di pagare l’affitto, Marco si è ritrovato a dormire in macchina. Liliana, una vita passata in sartoria, riceve una piccola pensione con la quale però non riesce a far fronte a tutte le spese. Sfrattata e senza nessun aiuto familiare, la sua giornata è scandita da un pranzo in mensa e dalla ricerca di un posto dove dormire, sempre diverso. Marco e Liliana, due storie diverse, hanno un problema comune: non hanno più un indirizzo da indicare sulla carta d’identità. La residenza in Italia consente di votare, curarsi, firmare un contratto di lavoro, percepire una pensione, rinnovare la patente. Senza residenza sei invisibile.
Da quest’anno la residenza è un requisito essenziale per richiedere il reddito di cittadinanza. Si tratta di una misura contro la povertà, introdotta con Decreto Legge n. 4/2019 convertito in Legge il 28/03/2019, che può essere richiesta da chi sia residente sul territorio nazionale da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 continuativi e che dovrebbe aiutare le persone che sono senza un lavoro ad iniziare un percorso di recupero.
Marco e Liliana, come altre migliaia di persone senza dimora, non potranno avere accesso al reddito di cittadinanza perché prive di residenza. Che cosa ne pensi?
Siamo di fronte a una discriminazione profondamente ingiusta. Con Avvocato di Strada Onlus, da diciotto anni ci occupiamo della tutela dei diritti delle persone senza dimora. Coerenti con questo impegno, insieme a FIO.psd – Federazione italiana degli organismi che si occupano di persone senza dimora, abbiamo proposto un emendamento al decreto per fare in modo che chi vive ai margini della società non sia ulteriormente discriminato.
Firma anche tu questa petizione per dare voce a chi è rimasto inascoltato: con la tua adesione potremo tornare a chiedere al Governo di includere anche le persone senza dimora e senza residenza tra chi ha il diritto di richiedere il reddito di cittadinanza. Dobbiamo fare in fretta, il decreto è appena diventato legge: vogliamo raccogliere 10mila firme entro il 30/06/2019.
Ti ringrazio del tuo sostegno a questa petizione!
ANTONIO MUMOLO
Presidente Avvocato di Strada Onlus
#RDCsenzaDimora