Un reddito di cittadinanza che NON andava restituito. La storia di Arthur

Non tutte le questioni di cui Avvocato di strada si occupa trovano soluzione nelle aule giudiziarie.

A volte il riconoscimento dei propri diritti si può ottenere anche fuori dai tribunali, ed è quello che è successo ad Artur (nome di fantasia), che vive da anni in un dormitorio di Bologna.

Dal 2019 al 2022 era riuscito ad ottenere il reddito di cittadinanza e stava provando a trovare un nuovo equilibrio.

Nell’ottobre del 2022, tuttavia, Artur riceve una comunicazione dall’INPS con la quale gli viene intimata la restituzione dell’importo di € 5.374,09 quale somma indebitamente ricevuta a titolo di reddito di cittadinanza da aprile 2019 a febbraio 2020 per la supposta mancanza di uno dei requisiti necessari, quello della cittadinanza.

Restituire oltre 5000 euro sarebbero un problema per tutti, figuriamoci per chi è un nullatenente che vive in dormitorio.

Sconcertato dalla richiesta, e preoccupatissimo, Artur si rivolge ad Avvocato di strada per chiedere aiuto.

Le avvocate Paola Pizzi e Yasmine Deiana, volontarie dello sportello di Bologna, provvedono immediatamente a scrivere all’INPS evidenziando non solo la situazione grave condizione socio-economica di Artur, ma anche – nel merito delle richieste avanzate dall’INPS – la loro totale infondatezza.

Con riferimento al requisito della cittadinanza, le Avvocate Pizzi e Deiana evidenziavano che Artur era regolarmente soggiornante sul territorio italiano, come documentato dal suo certificato di residenza storico e che al momento dell’erogazione del reddito di cittadinanza egli era già residente da ben dodici anni in Italia; precisavano altresì che egli era titolare di un permesso di soggiorno per protezione sussidiaria.

Con PEC inviata nel maggio 2023, l’INPS accoglieva integralmente le argomentazioni avanzate dalle Avvocate Paola Pizzi e Yasmine Deiana e provvedeva, in via di autotutela, ad annullare le richieste di restituzione avanzate nei confronti di Artur che erano state “stornate e quindi estinte”.

FOTO. Le due avvocate Paola Pizzi e Yasmine Deiana con il provvedimento

Paola e Yasmine ci dicono “Di questa vicenda conserviamo la soddisfazione per il risultato e, soprattutto, l’immensa gioia di Artur, il cui sorriso ha restituito il senso del nostro impegno”.

Rimangono solo delle domande senza risposta.

Richieste come la restituzione di migliaia di euro non dovrebbero essere fatte solo dopo attente verifiche?

Quella di Artur è una storia che è finita bene perché ha trovato qualcuno che lo ha aiutato con un supporto legale gratuito. Ma quante altre storie hanno avuto un esito ben diverso solo perché non c’era un avvocato?

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