Avvicendamento nel ruolo di coordinatore locale dell’associazione di volontariato, nata a Bologna 20 anni fa e che oggi conta circa 60 sedi in tutto il territorio nazionale e oltre 1000 volontari.

“La nostra attività a Rimini ha avuto inizio 5 anni fa e da allora presso il nostro sportello abbiamo incontrato centinaia di persone, in condizioni di grave o gravissima povertà, ma tutte costrette a rivolgersi a noi per risolvere problematiche legali, molto spesso legate al mancato possesso della residenza, che ha precluso l’accesso a diritti fondamentali come ad esempio l’assistenza sanitaria di base” dichiara Patrick Wild, fino ad oggi coordinatore della sezione riminese di Avvocato di strada.

“In questi anni abbiamo assistito a svariati tentativi, sia a livello locale che a livello nazionale, di colpire i poveri anziché la povertà – prosegue Wild – dai cosiddetti Decreti sicurezza di Salvini (che aveva negato la residenza ai richiedenti asilo) ai regolamenti comunali contro l’elemosina. Anche a Rimini non abbiamo mai fatto mancare il nostro contributo nel sostenere le ragioni dei più fragili, proponendo ricorsi in Tribunale o attraverso diffide e tavoli di confronto con le amministrazioni. Per esempio nel 2019 a Cattolica siamo riusciti ad evitare l’approvazione di un regolamento comunale che avrebbe consentito di punire anche chi chiedeva la questua senza arrecare danno a nessuno”.

A ricoprire il ruolo di coordinatore della sede di Rimini sarà ora l’Avvocato Diego Montemaggi, affiancato da Valentina Zangheri. “Le attività e l’impegno dell’associazione proseguono” – commentano i neo coordinatori – con il primo obiettivo di dare nuova continuità agli sportelli (su appuntamento, presso Caritas) di assistenza alle persone senza dimora. Lavoreremo altresì per promuovere nuovi momenti di formazione e di confronto con la cittadinanza e le altre associazioni del territorio, con l’augurio che nuovi volontari entrino presto a far parte del gruppo. Purtroppo gli eventi di questi ultimi anni hanno messo ulteriormente in evidenza il fatto che nessuno è esente dal rischio di finire in strada. Difendere i diritti degli “ultimi”, le persone senza dimora, significa quindi difendere i diritti di tutti”.