A dicembre ISTAT ha diffuso un aggiornamento del Censimento permanente della popolazione. Lo scopo di questa indagine è quella di fotografare la situazione socio-economica degli abitanti del nostro Stato e raccogliere dati che possano aiutare la politica, gli enti territoriali e i servizi del territorio a prendere decisioni efficienti e utili per il benessere complessivo del Paese.

Nell’indagine svolta, viene censita la popolazione italiana, che al 31 dicembre 2021 ammonta a 59.030.133 residenti; tra questi, le persone senza tetto o senza fissa dimora ammontano a 96.000.

La particolarità dell’indagine svolta nel 2021 rispetto alle persone senza fissa dimora sta nel fatto che in questo caso le informazioni sono state ricavate dalle anagrafi comunali, facendo riferimento a 3 specifici segmenti di popolazione:

  1. le persone che vivono in convivenza anagrafica
  2. quelle che risiedono in campi autorizzati o insediamenti tollerati e spontanei
  3. le persone senza tetto e senza fissa dimora

Le persone senza tetto e senza fissa dimora

Dato l’interesse della nostra associazione, abbiamo scelto di riportare in questo articolo i soli dati relativi alle persone senza tetto e senza fissa dimora, ma l’indagine Istat è ampia e dettagliata e ne consigliamo in ogni caso la lettura completa qui.

Venendo alla nostra tematica, come dicevamo, le persone senza tetto e senza fissa dimora ammontano a poco più di 96mila e più di un terzo della popolazione residente in convivenza è rappresentato da stranieri, concentrati prevalentemente nelle strutture di accoglienza per immigrati e nelle convivenze ecclesiastiche.

Tra le persone senza tetto e senza dimora iscritte nelle anagrafi comunali, quasi il 38% è di nazionalità straniera e la componente maschile è decisamente prevalente (212,4 uomini ogni 100 donne). L’età media totale è di 41,6 anni: per gli italiani si innalza a 45,5 anni mentre per gli stranieri si abbassa a 35,2 anni.

Invece, le persone che risiedono in campi autorizzati o insediamenti tollerati e spontanei sono per lo più giovani: l’età media in questo caso è tra i 28 e i 29 anni sia per gli stranieri che per gli italiani. Il 35% è minorenne e soltanto il 13% ha un’età superiore ai 55 anni. La percentuale di minorenni stranieri sfiora il 40%. I cittadini italiani rappresentano invece circa l’80% della popolazione che vive nei campi/insediamenti. La componente straniera è rappresentata prevalentemente da cittadini europei, in particolare bosniaci, rumeni, serbi e croati. 

Le anagrafi comunali e l’iscrizione presso la via fittizia per il censimento delle persone senza fissa dimora

L’obiettivo primario del Censimento della popolazione, come noto, è il conteggio delle persone che dimorano abitualmente nel Paese. Tuttavia, come sappiamo, le persone senza tetto o senza fissa dimora sono di difficile intercettazione sul territorio. In questo aggiornamento dell’indagine Istat ha scelto di rifarsi per la prima volta alle persone iscritte presso i registri anagrafici comunali.

Il limite dei registri anagrafici

Come sappiamo bene, l’utilizzo del solo registro anagrafico e della sola residenza fittizia per il censimento delle persone senza dimora (o, come nel linguaggio Istat, senza fissa dimora) provoca sicuramente una distorsione del conteggio eseguito. Infatti, la nostra associazione si occupa di assistere le persone senza tetto proprio a ottenere la residenza fittizia: diritto che spesso viene negato agli utenti che incontriamo ai nostri sportelli di consulenza legale.

Il numero totale, quindi, delle persone effettivamente in strada è certamente superiore rispetto a quello indicato in questa indagine, e risulta sottostimato.

Il metodo di indagine utilizzato

L’indagine ha coinvolto tutti i comuni italiani ed è stata condotta sugli indirizzi sia reali sia fittizi, presso i quali le persone appartenenti ai sottogruppi di cui sopra (senza tetto o senza fissa dimora, convivenze anagrafiche, dimoranti in campi autorizzati) risultano iscritte in anagrafe al 31/12/2021.

Dal Registro Base degli Individui, distintamente per ciascun target, sono stati estratti gli indirizzi per essere sottoposti a verifica e aggiornamento da parte degli operatori delle anagrafi comunali. Contestualmente è stato acquisito anche l’ammontare delle persone iscritte in anagrafe presso gli indirizzi confermati.

I risultati dell’indagine

L’insieme delle tre popolazioni rilevate al 2021 ammonta a 463.294 unità. Quasi il 76% è rappresentato dalle persone che vivono in convivenza, circa un quinto dalle persone senza fissa dimora/senza tetto, mentre la quota residuale è costituita dalla popolazione che dimora nei campi attrezzati o negli insediamenti tollerati e spontanei.

Le persone senza fissa dimora e senza tetto iscritte nelle anagrafi comunali a fine 2021 sono per la maggior parte italiani, mentre gli stranieri raggiungono quasi il 38%.

Oltre la metà degli stranieri senza fissa dimora proviene dal continente africano, il 22%, invece, è di cittadinanza europea, mentre il 17% è di origine asiatica. Soltanto il 4,5% proviene dall’America. La composizione per genere riflette quella degli stranieri censiti in Italia: africani e asiatici sono sovra rappresentati dalla componente maschile, con un’età media tra i 34,2 e i 34,8 anni; quelli europei e americani sono a prevalenza femminile con un’età media attorno ai 36 anni. I senza fissa dimora africani di sesso maschile da soli costituiscono il 45% del totale dei senza fissa dimora stranieri e il 17,3% di questa comunità in totale. 

La graduatoria per paese di cittadinanza vede in testa la Romania, con il 10,3% del totale e un rapporto di mascolinità bilanciato. L’Africa è il continente più rappresentato con 11 paesi tra i primi 20: Marocco, Nigeria, Mali e Somalia, infatti, figurano nelle prime cinque posizioni che, insieme, costituiscono il 27% del totale. Per questi Paesi la percentuale di donne è molto bassa, a parte la Nigeria e l’Eritrea che registrano valori leggermente più elevati, ma comunque minoritari. 

 

Cosa emerge da questa fotografia?

Come è evidente, e non stiamo dicendo nulla di nuovo, il fenomeno delle persone senza dimora è estremamente vario: se è vero che la percentuale di persone senza dimora provenienti dal continente africano risulta particolarmente elevata, è pur vero che trattare l’Africa come se fosse un unicum indistinto sarebbe un errore grave, frutto di una mentalità eurocentrica e da cui prendiamo le distanze.

Pertanto, la circostanza che le persone senza dimora provengano da oltre 130 Paesi diversi costituisce di per sè uno dei primi e più complicati ostacoli da superare: l’individuazione di una lingua comune su cui costruire le basi grammaticali per l’apprendimento dell’italiano, la diversità di cultura, le preferenze culinarie, gli schemi mentali differenti. Tutta la complessità del fenomeno migratorio e dalla presa in carico della persona senza dimora balza subito all’occhio di fronte a questi numeri.

In quali comuni sono iscritte le persone senza dimora?

Tornando ai dati, le persone senza fissa dimora sono iscritte nelle anagrafi di 2.198 comuni, ma concentrate per il 50% in 6 comuni. 

In particolare, il 23,1% è iscritto nel comune di Roma (oltre 22mila), quasi il 9% a Milano, circa il 7% a Napoli, il 4,6% nel comune di Torino, il 3% in quello di Genova e il 3,7% a Foggia, unico non grande comune tra i primi sei della graduatoria.

Solo a Napoli si contano inoltre circa 3mila donne senza fissa dimora iscritte in anagrafe (il 10% delle donne senza fissa dimora censite) e quasi altrettanti uomini (2.941), un’evidenza non riscontrabile negli altri grandi comuni. 

La presenza di senza fissa dimora stranieri è massiccia in Calabria, in particolare nei comuni di Crotone e di Cosenza, ma soprattutto nel comune di San Ferdinando dove queste persone, per lo più di origine straniera, rappresentano circa il 10% della popolazione totale censita nel comune stesso. 

Una presenza significativa si rileva anche nei comuni di Trieste, Reggio nell’Emilia, Bologna, Alessandria, Como, Savona, Venezia e Brescia, oltre che a Marsala, Catania, Sassari e Cagliari.