Il quotidiano sulle politiche sociali WEST – Welfare, Società, Territorio, ha intervistato Andrea Piquè, coordinatore della sede romana dell’associazione Avvocato di strada Onlus
Editoriale
Avvocati di strada
di Gabriele Di Bella – 28.10.2011
Offrire consulenza gratuita a tutti coloro che ne hanno bisogno. É questa la mission dell’Associazione Avvocato di Strada Onlus, nata a Bologna nel 2001 e oggi è presente in tutta Italia con le sue 20 sedi. I volontari mettono a diposizione la propria professionalita’ al servizio della categorie sociali piu’ svantaggiate. Senza necessita’ di appuntamento, chi vive per strada e piu’ in generale chi si trova in gravi difficolta’ economiche, riceve assitenza per risolvere i piccoli e i grandi problemi della vita quotidiana. Come, ad esempio, il riconoscimento della pensione di invidalità, la contestazione di uno sfratto o il rinnovo del permesso di soggiorno. Abbiamo parlato di tutto questo con l’Avv. Andrea Pique, coordinatore della sede romana dell’associazione.
Come funziona a Roma la rete di assistenza pubblico/privata ai senza tetto?
A Roma esistono molte associazioni che offrono assistenza, sopratutto sociale e sanitaria, ai senza tetto. Penso che un maggior coordinamento tra tutti gli operatori sia pero’ quanto mai necessario.
Ci racconti un caso particolarmente significativo della sua esperienza da “avvocato di strada”
Ricordo il caso di un adolescente di origine marocchina, in Italia dall’età di sei anni. Si sentiva italiano a tutti gli effetti. I suoi studi, le sue amicizie, i suoi parenti, i suoi interessi erano qui. Il padre aveva un permesso di soggiorno nel quale era registrato il figlio. Alla scadenza del permesso, pero’, il ragazzo, ancora minorenne, ha perso il diritto a rimanere in Italia. Una vicenda che la dice lunga sulla necessita’ di facilitare le procedure di concessione della cittadinanza ai figli degli immigrati.
La vostra Associazione rappresenta un eccellente esempio di quello che viene definito il “volontariato dei professionisti”, così come avviene per quei medici che si recano nei Paesi in via di sviluppo per prestare aiuto con le proprie competenze. Come vi sentite a svolgere la vostra professione da volontari?
Ci sentiamo orgogliosi di aiutare coloro che non avrebbero l’opportunità di entrare in contatto con un avvocato. Il nostro gruppo è composto da avvocati competenti nelle materie in cui c’è più bisogno di assistenza legale, come l’immigrazione. C’è molta passione e una sincera partecipazione ai problemi spesso complessi che ci vengo presentati. I risultati che stiamo ottenendo in termini di alta affluenza al nostro sportello e di casi risolti ci conforta nell’impegno che abbiamo preso e ci stimola ad andare avanti con sempre maggiore determinazione e professionalità.
Un grande giurista dell’antichità, ha detto che “la giustizia è come una tela di ragno”: trattiene solo gli insetti piccoli, perché i grandi trafiggono la tela e restano liberi. Trovate vera questa affermazione nella vostra esperienza?
Sono d’accordo con questa affermazione. I “piccoli” e cioè, fuori di metafora, coloro che vivono in una condizione di grave disagio economico e sociale, hanno certamente più difficoltà a difendere i loro diritti. Sono tante le ragioni: difficoltà a comunicare i propri problemi, diffidenza verso chiunque li ascolta, mancanza di fiducia verso gli altri, timore di ritorsioni, incapacità di rivolgersi a professionisti esperti nei casi che li riguardano. Per questo rischiano di rimanere intrappolati nella tela della giustizia.
Recentemente, forse un mal inteso concetto di sicurezza, ha portato il Governo e le amministrazioni comunali a varare provvedimenti normativi eccessivamente restrittivi, specialmente per gli stranieri. Anche Roma è sempre meno accogliente per le persone di strada?
Non credo che Roma sia meno accogliente nei confronti delle persone che vivono in strada. C’è invero preoccupazione per il rischio di aumento di reati per la maggiore presenza di chi vive senza mezzi di sussistenza ma non dobbiamo dimenticare che costoro sono essi stessi spesso vittime di reati.
Commenti recenti