Ci dispiace aver appreso solo dalla stampa locale di ieri sul Corriere Romagna la risposta del Comune di Riccione all’accoglimento del ricorso che lo vede soccombente. Eppure nei giorni scorsi abbiamo perfino tentato nuovamente di instaurare col sindaco Tosi un confronto su questo tema, attraverso i canali ufficiali, ma non abbiamo ottenuto alcuna risposta. Ne prendiamo atto e ci dispiace. Evidentemente il Comune di Riccione intende proseguire sulla propria strada, senza tenere conto delle considerazioni svolte e delle pronunce dell’Autorità Giudiziaria. Non è infatti dato sapere se il titolo “residenza congelata” e cioè l’intenzione di non eseguire il provvedimento del Tribunale sia da attribuire alla penna del giornalista oppure si tratti di un’affermazione contenuta nel comunicato diramato dal Comune.
Nel secondo caso sarebbe grave, poiché occorre ricordare che secondo il codice, l’ordinanza (non “sentenza”) emessa d’urgenza dal Tribunale è direttamente eseguibile e pertanto se l’Ufficio Anagrafe dovesse rifiutarsi ancora di iscrivere il richiedente asilo sarebbe responsabile civilmente e penalmente. Ricordiamo inoltre che se è vero che le leggi devono essere rispettate, in uno Stato di diritto come il nostro, ciò deve avvenire non solo mediante interpretazione letterale ma anche sistematica delle singole norme. È proprio attraverso questa interpretazione che, correttamente e non mediante “svista”, il Tribunale di Bologna e altri hanno accolto il ricorso promosso da Avvocato di Strada, riconoscendo il diritto all’iscrizione anagrafica del richiedente.
Alla luce di tale orientamento giurisprudenziale, pertanto, già diversi Comuni hanno adottato opportune circolare affinché i funzionari dell’anagrafe si adeguino, evitando contenziosi inutili e dispendiosi (per i Comuni) e, soprattutto, ulteriori pregiudizi per i richiedenti asilo, provvedimenti che in via collaborativa sono stati anche trasmessi al Sindaco Tosi.
Continuiamo ad auspicare che il Comune di Riccione prenda atto della ragionevole decisione a cui è giunto il Tribunale di Bologna. Noi andremo avanti per la nostra strada, continueremo a difendere i diritti degli ultimi e a rivolgerci alla magistratura ogniqualvolta vi sarà la necessità di farlo.
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