Se qualcuno mi chiedesse di sottolineare qual è l’aspetto migliore di questo tipo di servizio o di scegliere un motivo per cui consigliare ad altri di imbarcarsi in questa avventura non avrei dubbi sulla risposta : la bellezza delle relazioni.
Ogni giorno dal nostro sportello passa tantissima gente, ognuno con le proprie difficoltà, ognuno con le proprie domande, ciascuno con la propria storia, tutte apparentemente simili ma profondamente diverse. Basta guardarli un po’ più negli occhi o trovare la parola giusta.
Magari ci mettono un po’, ma poi son tutti pronti a raccontarsi e tutti desiderosi di essere ascoltati. C’è chi ti mostra le foto dei propri cari e chi una lettera che intende spedire, chi ti spiega quanto è importante vincere la causa per poter tornare a casa ed abbracciare i propri figli e chi ha bisogno di aiuto per lavorare così da poter spedire soldi a casa, chi ti implora di aiutarlo a rinnovare il permesso di soggiorno prima ancora di risolvere i propri problemi di salute perché il permesso di soggiorno è una “questione di vita”, chi cerca un nuovo lavoro perché da quando è arrivato al “Ghetto” non è mai stato scelto per il lavoro nei campi e perché, in fondo, nei campi non ha mai lavorato e non è sicuro di resistere.
Chi ti invita “un giorno a passare da casa sua al Ghetto”, ma poi quando ci vai ha quasi vergogna a mostrarti dove vive e ti saluta con un timido sorriso e semplicemente sollevando la mano, un misto tra vergogna e riconoscenza per esser comunque passata. C’è chi ti chiede con discrezione se conosci un’altra lingua “perché l’italiano lo capisco, ma è difficile da parlare” e chi ti chiede di parlare Wolof “perché è facile e perché tutti qui lo parliamo, serve ad esser una di noi ”, chi ti ringrazia perché conosci più di una lingua e ci provi a farti capire in tutti i modi e chi ti ringrazia cantando una nenia dai ritmi e suoni africani.
Chi ti racconta storie di terre lontane e di posti terribili, storie di guerra, che l’ultima volta che l’hai sentita la studiavi sui libri e pensavi nessuno mai ci avrebbe riprovato, e storie di tortura al limite della ragione umana, chi ti ringrazia perché comunque parlerai con l’avvocato e chi ti sorride dicendo “che Dio ti benedica”, anche quando pensi che il tuo sia stato solo un gesto di gentilezza, chi ti ringrazia perché sei accogliente e gentile e venire in ufficio lo fa sentir bene anche se il suo problema non gli permette di dormire la notte, chi passa solo per il buongiorno e a controllare che in ufficio funzioni tutto regolarmente, ma è solo una scusa perché vivere in strada diventa insopportabile se non hai nessuno a cui poter raccontare di tua nipote dottoressa, del tuo presidente e del tuo paese, del tuo passato e della tua laurea, della tua famiglia e dei tuoi sogni.
Chi ti ringrazia solo con un sorriso bellissimo che si fa fatica a dimenticare, forse perché arriva in giornate insignificanti o perché sono l’unico dono che ti si può fare e con strette di mano più importanti di mille parole.
Chi ha timore di chiedere aiuto e lo fa sempre con grande dignità e riservatezza e chi non smette di ringraziarti perché alle ore 14 sotto il caldo e l’afa della città ti sei messa in auto e sei andata a recuperarlo al “ghetto” tra i vicoletti di fango e le baracche di plastica e lamiera, pur di dargli un’opportunità di vita differente.
Ogni vita si innesta e mescola alla tua, ogni vita aggiunge un particolare alla tua, ogni storia può far vacillare le tue certezze o semplicemente dargli un sapore diverso. Ogni storia può strapparti un sorriso o far venir giù una lacrima, ingegnarti a cercar soluzioni o semplicemente spingerti a rassegnarti all’impossibilità di una soluzione.
Ogni volta che qualcuno bussa alla porta non sai mai come può cambiare la tua giornata….ma puoi solo esser grata ad ognuno di loro con il tuo sorriso migliore perché tutto quello che stai vivendo è anche merito loro.
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