Ormai sono gli ultimi giorni di servizio e, quindi, con un po’ di magone bisogna tirare le somme.
In realtà, devo premettere che non penso al 4 di ottobre come alla fine della collaborazione con Avvocato di strada, ma voglio pensare al 5 di ottobre come ad una sorta di primo anniversario.
Le idee ed i progetti sono ancora tanti e sarebbe un fallimento postumo non riuscire a coniugarli con tutto il resto.
Nel complesso, il servizio per lo sportello genovese di Avvocato di strada è stata un’esperienza ottima, un’opportunità di crescita che ho cercato di sfruttare al massimo, ma anche una bella fatica.
Mi ricordo ancora benissimo il giorno in cui sono andata a fare il colloquio per la selezione con Emilio, stimatissimo coordinatore dello sportello e OLP, e Giusy, coordinatrice nazionale e forza della natura. Volevo essere selezionata e lo volevo tantissimo, nonostante la distanza dalla sede e nonostante gli amici che mi guardavano come un’aliena perché “433 euro e 80 meno 82 euro e 50 di abbonamento mensile del treno non sono un grande stimolo”.
Invece sì.
È una grande soddisfazione dare il massimo anche se la paga è misera e questo perché il servizio civile non è né un lavoro, né un modo per tirar su due spicci.
Il servizio civile per me è stato un momento di riflessione profonda e Avvocato di Strada mi ha permesso di acquisire nuovi strumentari per migliorare dal punto di vista intellettuale, personale e professionale.
Ho imparato a non arrendermi, ad essere un po’ più paziente, ad attendere delle risposte, a lavorare in gruppo, a delegare quello che mi riesce meglio ed a cimentarmi con cose di cui neppure sapevo l’esistenza (tipo il fantastico e sconosciutissimo mondo della progettazione).
Credo di aver perfezionato le capacità di ascolto, di aver debellato ancora una volta potenziali germi di pregiudizio, di aver imparato ad accogliere ciò che non capisco.
Ho un po’ messo da parte l’impulsività e l’irruenza, cerco di essere lucida e razionale anche in situazioni che a volte sembrano sfuggire di mano…e penso sempre al caso del signor B., ad oggi irrisolto, forse irrisolvibile, ma che mi porterò sempre dietro e che conserverò come esempio di cattiva burocrazia, assoluta noncuranza delle istituzioni ed oppressione del più debole.
In questi mesi, in realtà, sembra che siano passati anni: giuro che non lo dico solo pensando alle migliaia di ore passate sul treno o in stazione!
Ringrazio Martina per avermi insegnato che si possono fare tantissime cose (senza lamentarsi), per aver sopportato il mio lato polemico (senza mandarmi a stendere) e per avermi fatto conoscere meglio un territorio da cui anni fa ho scelto di allontanarmi e di cui sapevo poco o nulla. A Martina auguro il meglio che si possa avere dalla vita e le auguro di fare un lavoro che valorizzi le sue molteplici (e non così frequenti) competenze.
Ringrazio Giusy per avermi scelta in un momento della mia vita in cui niente mi dava più gusto. La ringrazio anche per tutta una serie di motivazioni che le ho già esposto più volte e che non posso riscrivere, perché altrimenti si imbarazza e mi assegna qualche report aggiuntivo da compilare. Il cuore che Giusy mette in quest’associazione è un cuore grande, appassionato e degno di tutta la nostra stima.
Ringrazio Emilio per avermi dato un’opportunità unica, per aver condiviso esperienza, per esserci stato sempre vicino. Emilio, definito da un volontario “Coordinatore Supremo di Sportello”, è stato un punto di riferimento durante tutto questo anno e rappresenta per me una nuova fonte di ispirazione professionale.
Ringrazio i colleghi e le colleghe volontari dello sportello, capitale umano fondamentale e spina dorsale di Avvocato di Strada. Senza di loro, senza il loro tempo, senza la loro professionalità e senza la loro passione non sarebbe possibile proseguire il cammino intrapreso.
Ringrazio il gruppo del servizio civile per l’apporto di energia e buoni propositi, per la condivisione e la comprensione reciproca.
Ringrazio Milena, Cinzia, Stefano, i ragazzi e le ragazze della Comunità di San Benedetto al Porto per l’accoglienza, la disponibilità, la condivisione degli spazi e l’affetto.
Ringrazio anche tutte quelle persone che non ho ringraziato, perché ognuna di loro mi ha lasciato qualcosa di buono ed unico.
Infine, voglio condividere questa immagine che ho trovato in Comunità, perché mi piace e ci siamo tutti.
Commenti recenti